Vitamina D

Nonostante il suo nome la vitamina D è in realtà un ormone steroideo, che si ottiene da esposizione al sole, da alcuni alimenti e da integrazione. Oggi la vitamina D è al centro di un interesse crescente sia perché la sua carenza è universalmente riscontrata sia per la scoperta di recettori in numerosi distretti corporei.

La carenza di vitamina D si verifica, oltre che per ridotta esposizione solare, per:

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Le due principali forme di vitamina D sono:

D2 (o ergocalciferolo)

Unicamente ESOGENA e di origine vegetale,
presente nelle piantee nei funghi

D3

Calcitriolo o colecalciferolo, biologicamente attiva, di origine animale (presente nel fegato di merluzzo e nell’olio di pesce) ma anche ENDOGENA poichè il nostro organismo la produce a livello cutaneo dopo esposizione ai raggi solari.

Cosa fa la Vitamina D

La vitamina D ingerita viene assorbita nell’intestino con i grassi e accumulata nel fegato, nel rene, nelle
ossa e nella stessa mucosa intestinale. E’ un fattore essenziale per il normale metabolismo del Calcio e del Fosforo e quindi dello scheletro, il tessuto principalmente interessato da questi minerali.
Recentemente però è stato scoperto che essa svolge anche attività di tipo ormonale, mediante
legame con i recettori presenti, oltre che sulla pelle, anche sul cervello, sulla prostata, sulla mammella, sul colon e sul sistema immunitario. La vitamina D è quindi coinvolta nel funzionamento del sistema immunitario, di quello endocrino e dell’apparato cardiovascolare.

Valori ematici :

30-82 ng/ml

< 30-32 ng/ml Insufficienti ma senza manifestazioni cliniche

Secondo alcuni ricercatori, per il massimo beneficio è necessario un livello di vitamina D di almeno 40- 60 ng/ml (livello ideale 50-70 ng/ml)

La dose di mantenimento per un adulto è 1000-2000 UI/giorno , per la popolazione pediatrica 400-800 UI/giorno.
In caso di patologia i dosaggi terapeutici devono essere più elevati per ottenere un risultato!

Cosa può succedere se manca

Una recente ricerca scientifica ha confrontato i livelli ematici di vitamina D e di Proteina C- Reattiva (PCR, un noto marcatore di infiammazione cronica). Ne è emerso un legame diretto tra concentrazioni ridotte di vitamina D e livelli elevati di PCR (e, quindi, di infiammazione). In particolare, la vitamina D inibisce la produzione di citochine proinfiammatorie (come IL-12, interleuchina12) promuovendo, allo stesso tempo, la produzione della citochina antinfiammatoria IL-10. Questi risultati suggeriscono che, la carenza di vitamina D determina un aumento del livello di infiammazione.

 Come noto, l’infiammazione è l’arma naturale con cui l’organismo combatte contro i pericoli provenienti dal suo interno e dal suo esterno attivando una corretta risposta immunitaria. Se però l’infiammazione diventa cronica, la continua sollecitazione del sistema immunitario può promuovere l’insorgere di malattie infiammatorie, problemi cardiovascolari, diabete di tipo 2 e sindrome metabolica, malattie neurodegenerative, autoimmuni e tumori. Poiché la vitamina D influenza il comportamento delle nostre cellule immunitarie, oggi è generalmente accettato che essa sia un modulatore dell’infiammazione.

Come agisce il Meta D3

Grazie ai suoi componenti, il META STIPS è un simbiotico utile nella stipsi funzionale (Ossido di Magnesio, Inulina, semi di Psillio), per contrastare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile con alvo tendenzialmente stitico (semi di Psillio, Inulina) ed in caso di iperglicemia, ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia (Inulina, semi di Psillio). 

Inoltre la presenza del Lactobacillus casei, probiotico presente nel microbiota umano soprattutto a livello del tenue, produce effetti benefici per la salute attraverso modulazione del sistema immunitario e proprietà antinfiammatorie. Infine, attraverso la produzione di acido lattico aiuta lo sviluppo di batteri benefici, migliora la digestione, riduce l’intolleranza al lattosio e contrasta la stitichezza.

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